Rinnovabili: incentivi ridotti per eolico, geotermico e biomasse
Come per il fotovoltaico (leggi tutto), il Governo ritiene che anche per le altre rinnovabili l’approccio finora seguito non sia stato ottimale, soprattutto in termini di costi, e che quindi occorra perseguire l’efficienza dei costi e la massimizzazione del ritorno economico e ambientale per il Paese. Anche per queste fonti, secondo il Governo gli incentivi sono molto generosi e superiori agli standard europei. Ad esempio: eolico 148 €/MWh contro media UE di 122; biomassa 250 €/MWh contro media UE di 130; biogas 250 €/MWh contro media UE di 137. L’obiettivo del decreto per l’incentivazione di idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse, biogas è quello di ridurre gli incentivi per allinearli alla media europea. Per l’eolico, si punta a scendere dagli attuali 148 €/MWh a 124, con riferimento ad un impianto di potenza pari a 10 MW. Per la biomassa invece, la previsione è quella di passare, per un impianto da 200 kW, dagli attuali 250 €/MWh ad un range compreso tra 174 e 257. Per il biogas si passerebbe dagli attuali 250 €/MWh a 180-276 €/MWh. In controtendenza l’idroelettrico, che passerà dagli attuali 121 a 139 €/MWh. Infine, il geotermo-elettrico passerà da 121 €/MWh a 99-172. Per governare la nuova potenza annua installata ed evitare una crescita eccessivamente veloce, il decreto introduce dei meccanismi differenziati in base alla potenza degli impianti: – gli impianti di potenza compresa tra 1 e 50 kW sono liberi di accedere ad incentivo dopo l’entrata in esercizio (il quantitativo di questa categoria viene detratto dal contingente a registro nell’anno successivo); – gli impianti di potenza superiore a 5.000 kW (20.000 kW per idroelettrico e geotermico) accedono agli incentivi se vincono la procedura d’asta al ribasso su incentivo nei limiti di quantitativi predeterminati di potenza annua; – gli impianti di potenza compresa tra 50 e 5.000 kW (tra 50 e 20.000 per idroelettrico e geotermico) accedono previa iscrizione a Registro nei limiti di quantitativi predeterminati di potenza annua. Per quest’ultima categoria di impianti, la priorità per l’accesso a Registri sarò data a: In generale, il decreto mira a incentivare un mix di tecnologie allineato al Piano di Azione Nazionale (PAN) e a favorire le tecnologie ‘virtuose’. Per favorire la filiera economica nazionale e stimolare l’innovazione sono previsti: Per ridurre l’impatto ambientale sono previsti premi per limitate emissioni polveri sottili e altri inquinanti locali e per riduzione nitrati in impianti a biogas. Per favorire le ricadute positive su settori strategici contigui, il decreto prevede una specifica considerazione per impianti a rifiuti urbani (al 50% biodegradabili) e l’integrazione di impianti a biomasse e biogas con settore agricolo. I piccoli impianti saranno favoriti con varie modalità: esenzione da o prioritizzazione nei registri, tariffe più alte, ecc. In conclusione, il decreto punta ad una crescita graduale e controllata della spesa per gli incentivi alle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche fino a 5-5,5 miliardi di euro l’anno (dai circa 3,5 attuali) e la loro successiva stabilizzazione entro il 2020. Il decreto per le rinnovabili non fotovoltaiche entrerà in vigore il 1° gennaio 2013. A questo decreto e al quinto Conto Energia seguiranno specifici interventi sulle rinnovabili termiche e sull’efficienza energetica. (fonte edilportale) |